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7. ago, 2021

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5 agosto 2021

PARLIAMO DI CUBA

Ho lavorato per molti anni a Cuba ed ho avuto modo di conoscere e apprezzare a fondo l’umanità, la semplicità, l’amicizia di quello sfortunato popolo da sempre vittima di giochi di potere molto più grandi di loro. Oggi essi si trovano in una situazione addirittura molto peggiore del solito, ci sono stati dei disordini dopo molti anni e i nostri giornali ne parlano ma in maniera assolutamente superficiale. Del resto è ovvio e inevitabile: come si fa a ignorare la vita di un popolo per anni e poi improvvisamente dover spiegare cosa sta succedendo? Come si può analizzare un singolo episodio senza alcuna conoscenza di cosa ci stia dietro e perché qualcosa stia accadendo? I più anziani fra noi hanno due ricordi diretti della storia cubana: la figura mitizzata di Che Guevara che a noi ragazzi ricordava molto la storia altrettanto mitizzata di Garibaldi e la “crisi dei missili” in piena guerra fredda quando il mondo fu a un passo da un disastroso conflitto nucleare. In quel caso quasi tutti, come era naturale in quel periodo, “tifammo” per Kennedy, difensore della libertà contro il comunismo sovietico. Dopo di ciò il nulla. La storia però e molto più complessa delle realtà semplificate che arrivano alle nostre orecchie ed è molto difficile farsene un’idea precisa, salvo per chi ha avuto più o meno casualmente la possibilità di farsene un’idea diretta. Cercherò di parlarvene oggi partendo da alcuni messaggi che ho ricevuto da miei amici locali.

-          Lunedì 21 giugno Qui ogni giorno è peggio. Molte decisioni errate del governo creano problemi alla popolazione ordinaria. Un giorno dicono una cosa e un altro cambiano le loro decisioni. Il popolo è sempre più stressato. Nella provincia dove vive la mia famiglia sono in lock down a causa della pandemia sempre più violenta.

-          Martedì 22 giugno.  Come forse ricorderai a Cuba c’era una doppia valuta (il CUC), sostanzialmente riservata agli stranieri e convertibile, e i CUP per i locali. Con le aperture di Obama e il turismo, tutte le persone che avevano accesso diretto agli stranieri (tassisti, ristoranti etc.) entrarono in possesso di valuta straniera, ebbero quindi possibilità di accesso ai negozi più forniti e diventarono più ricchi a scapito dei dipendenti statali etc.  Tu mi dicesti che si trattava di un periodo di transizione inevitabile in un Paese che si apriva agli stranieri: era successo anche in Cina molti anni fa. Oggi il governo ha un estremo bisogno di valuta estera per comprare anche i beni più essenziali. Infatti, a causa dell’embargo americano è difficilissimo procurarsi qualsiasi cosa serva al nostro disgraziato Paese e comunque bisogna pagarla a caro prezzo. Vista la situazione, gli USA hanno ulteriormente imposto nuove restrizioni. Non so cosa possa accadere nei prossimi giorni, ma sono preparato a tutto…. Qui oggi anche una semplice mascherina ha un prezzo irraggiungibile.

-          Mercoledì 23 giugno Una mascherina qui costa un occhio della testa. Io sono riuscito ad avere le tre vaccinazioni contro il Covid (Cuba è l’unico Paese del Sud America ad avere un proprio vaccino), ma non abbiamo medicinali… Lunghe code di gente davanti alle farmacie cercano di procurarsi le poche medicine disponibili… Gli Americani non permettono che esse entrino e quelle che si riescono a mandare da Paesi terzi spesso impiegano molti mesi…. Western Union non è più autorizzata ad effettuare le rimesse dall’estero… < Io stesso tempo fa ero riuscito avventurosamente a mandare dei soldi con W. U. ma quando ci riprovai mi dissero che non si poteva più. Inoltre la settimana scorsa ho mandato un pacco di medicinali all’Avana e DHL mi ha suggerito di rinunziarci perché ci sarebbero voluti almeno due mesi>

-          3 luglio Ogni giorno ci sono migliaia di nuovi malati di Covid e i morti sono in continua crescita, anche i bambini… C’è una farmacia vicina a casa mia e non puoi comprare medicinali neanche se hai una ricetta. Mio fratello ha bisogno di ipertensivi e non riesce a trovarli… in passato riusciva ad averli attraverso la Chiesa, ma oggi anche quella via è bloccata. I prezzi stanno crescendo ogni giorno di più… Non so proprio come andrà a finire, ma sono preoccupato. Sta arrivando un tornado ma come potremo affrontarlo? Solo la Divina Provvidenza può aiutarci..

-          6 luglio <Un appello disperato, scritto in uno spagnolo dialettale difficile da tradurre e senza un filo logico; disperazione che viene direttamente dal cuore>  Abbiamo bisogno di aiuto.., Matanzas ha bisogno di aiuto… Cuba ha bisogno di aiuto… Non c’è niente di male nel dire che noi abbiamo bisogno di ricevere ciò che abbiamo tante volte offerto agli altri, SOLIDARIETA’; è un azione nobile sia quando la si offre che quando la si riceve…Il nostro popolo era abituato ad incontrare il medico tutte le volte che ne aveva bisogno, ad andare al pronto soccorso quando aveva un forte mal di testa. Oggi, in presenza della più grande emergenza sanitaria a memoria d’uomo ci sentiamo soli, impauriti, privi di un medico che misuri la glicemia a chi sa di averne bisogno. Siamo privi di assistenza medica anche in emergenze gravissime…. Mancano i medici, gli infermieri, i letti negli ospedali, perfino le medicine… vedo dottori che piangono perché non sanno a chi dare l’unico respiratore disponibile… Abbiamo urgente bisogno di forniture mediche e cibo.. Abbiamo bisogno di aiuto dall’ OMS,  dalla comunità internazionale, dai Paesi amici da chiunque voglia farlo… I media fanno vedere immagini dell’ospedale<salto il nome>.dove tutto va bene, ma perché non mostrano i video dei corridoi dell’ospedale<salto l’altro nome>? Questa è una realtà solo parziale. Questa RICHIESTA DI AIUTO non ha connotati o finalità politiche, ma è solamente un bisogno di SOLIDARIETA’ UMANA. <Non si può restare indifferenti di fronte a queste parole>

-          12 luglio Ti avevo detto che delle turbolenze sociali avrebbero potuto verificarsi ad ogni momento. CI SIAMO!

-          18 luglio non sono mai stato contro il nostro governo, ma così non possiamo sopravvivere. DEVE trovare una soluzione

-          24 luglio  Girano brutte voci... Dopo il 26 potrebbe succedere qualcosa di grave. Che Dio Onnipotente ci protegga.  

La nascita del Castrismo

Non vogli farvi qui la storia di Cuba che è molto complessa. Vi basti sapere che negli anni ’30 era un Paradiso privo di regole per i ricchi Americani: dolce vita, attori del cinema, casinò, droga, prostituzione. La mafia americana controllava tutto ciò e la mega villa di Al Capone è ancora lì a testimoniare quel periodo. L’economia Cubana era in mano ai grandi gruppi americani sia per quanto riguardava l’agricoltura (il 70% delle terre arabili era in mani americane) che l’industria locale, essenzialmente raffinerie di petrolio, anch’esse in mani americane. Fulgencio Batista, il dittatore posto a guardia degli interessi americani si occupava di controllare la situazione. Nel dicembre 1956 Fidel Castro, un giovane di una buona famiglia amica di Batista, educato dai Gesuiti e da essi protetto nei momenti critici, cominciò a pianificare e mettere in atto una serie di azioni rivoluzionarie con alterne vicende, fino a quando assieme ad un gruppo di sodali, in cui primeggiavano il fratello Raoul, Che Guevara e Camilo Cienfuegos riuscì a prendere il potere il primo gennaio 1959. Una delle sue prime azioni fu l’espropriazione dei latifondi sopra 405 ettari che stabilì di ripagare in 20 anni al loro valore fiscale con un interesse  del 4%. Li distribuì alla popolazione in appezzamenti di 27  ettari. In quel momento Castro non aveva alcuna alleanza con l’Unione Sovietica e secondo molti analisti in un certo senso fu indotto a ciò in seguito, come una forma di protezione dagli attacchi americani. Questa del resto non è una novità perché lo stesso successe in Angola e in molti Paesi Latino-Americani. Gli USA non accettarono pacificamente la perdita di una “provincia” ai loro confini e già nell’ottobre 1959 il presidente Eisenhower approvò un piano della CIA che prevedeva supporto agli oppositori interni e includeva raid degli oppositori nel territorio cubano, decollando dal territorio americano. L’anno dopo, questa strategia fu rafforzata con un maggior supporto all’opposizione interna, una forte propaganda anticastrista, agenti americani “coperti” e l’addestramento di forze paramilitari all’estero. Nel 1960, dopo nuove incursioni aeree su Cuba, il russo Mikojan andò all’Avana e propose di supportare Cuba. Questa nuova alleanza da un lato diede sollievo all’economia locale ma dall’altro la legò a doppio filo agli aiuti russi determinando un’altra grave crisi al momento del crollo dell’URSS. Il 6 luglio 1960 gli USA deliberarono le prime rappresaglie commerciali contro l’isola ribelle che furono costantemente rinforzate fino ad oggi (dopo 61 anni!) Il 6 aprile 1961, dopo una serie di bombardamenti  un gruppo di esuli cubani addestrati dalla CIA e da altre agenzie dei servizi segreti USA, e da loro finanziati, tentarono un’invasione di Cuba, conosciuta come “lo sbarco alla baia dei porci” volta a sovvertire il potere di Castro ed abbattere definitivamente il Castrismo. La spedizione non ebbe il seguito sperato della popolazione e si risolse in un disastro. Il resto più o meno lo conoscete.

Il BLOQUE. Che cos’è?

L’embargo (il Bloque) era nato per spodestare Fidel Castro e la sua rivoluzione. Il tempo ha dimostrato il suo fallimento ma il Bloque continua a esistere e si è trasformato negli anni in un sistema oppressivo asfissiante che viola i diritti umani degli abitanti dell’isola oltre che le norme del diritto internazionale. Il 23 giugno di quest’anno l’assemblea dell’ONU ha ratificato una risoluzione che dichiara illegale l’embargo economico degli USA nei confronti di Cuba  e chiede che cessi. Il risultato della votazione parla da solo: 184 voti a favore, tre astenuti (Colombia, Ucraina e Emirati Arabi Uniti) e 2 contrari: USA e Israele! E’ La ventottesima volta che questa risoluzione di condanna viene espressa, ma gli USA, indifferenti ad una richiesta sostanzialmente unanime proveniente da tutto il mondo continuano sulla loro strada, anzi induriscono il   blocco sempre di più. Cosa devono fare, cosa possono fare tutti i Paesi, di tutte le idee politiche, governati dai regimi più diversi per imporre la giustizia ad un Paese per il quale l’unica legge possibile è la propria? Queste misure sono imposte, anche se in modo indiretto, a tutti i Paesi che in un modo o nell’altro sono alleati o hanno rapporti commerciali con gli USA. Vi faccio qualche esempio di cosa in pratica significhi l’embargo: le navi cubane e le navi straniere con qualche membro dell’equipaggio di nazionalità cubana non possono attraccare nei porti USA; le navi di qualsiasi nazionalità che abbiano fatto scalo a Cuba non possono entrare negli USA per sei mesi. In campo sanitario è impossibile importare medicinali o dispositivi medici necessari per la popolazione; molti di essi infatti sono prodotti su licenza americana o da imprese che hanno forti interessi in USA. E’ tipico il caso delle società Sartorius e Merck, fino a qualche anno fa fornitori abituali di Cuba che, a causa delle ulteriori restrizioni dell’embargo hanno bloccato nel 2020 ogni contatto commerciale con Cuba. In questo periodo Cuba si è trovata nell’impossibilità di ricevere molte apparecchiature per il completamento delle proprie ricerche e della produzione dei vaccini per la prevenzione del Covid 19. Per ottenerli Cuba ha dovuto far ricorso a terze parti e lunghe triangolazioni con un forte aumento dei costi e maggiori tempi per ottenerle. Nel novembre 2020 il Dipartimento dei trasporti americani ha bloccato la richiesta di IBC Airways e Sky Way di operare voli per il trasporto a Cuba di materiale umanitario. La motivazione ufficiale è stata che “Cuba è uno dei Paesi sottoposti a sanzioni economiche da parte degli Stati Uniti d’America” Al contrario, 57 delegazioni sanitarie  cubane durante il picco del Covid sono state accolte in 40 Paesi del mondo quando hanno offerto collaborazione <anche in Italia dove due gruppi di sanitari hanno operato in Piemonte >. Western Union, la società finanziaria più famosa internazionalmente per trasferire le riemesse economiche dei migranti di tutto il mondo ai familiari nei Paesi d’origine, ha cessato le operazioni a Cuba. Ciò ha creato problemi enormi a molte famiglie che facevano conto su queste rimesse dai loro parenti che lavorano all’estero. Sono state adottate minacce e misure coercitive per evitare il trasporto di combustibili di ogni tipo a Cuba, per cui oggi la stessa energia elettrica è fortemente razionata. Più di recente, l’inclusione di Cuba nel gennaio 2021 nella lista  emessa unilateralmente dagli USA, degli Stati sponsor del terrorismo rinforza ulteriormente le conseguenze dell’embargo perché rende ancora più difficile al Paese di stipulare accordi commerciali o operazioni finanziarie all’estero; ne consegue che dozzine di banche hanno dovuto sospendere le loro operazioni a Cuba. Sono state anche rinforzate le misure per limitare i viaggi di cittadini americani a Cuba e tutti conosciamo l’importanza del turismo per l’economia cubana. Nel giugno 2021 il Dipartimento del Tesoro USA non ha rinnovato alla compagnia alberghiera internazionale Marriott International (che ha anche alberghi a Roma e in altre città italiane) la licenza che le permetteva di operare a Cuba  e le ha vietato ogni futura attività commerciale. In Agosto 2020 quando Cuba annunziò i primi risultati delle proprie ricerche sul vaccino per il Covid, Google censurò la pubblicazione degli annunzi sui propri siti.

Mi fermo qui. La lista sarebbe ancora lunga e può essere facilmente rintracciata (come ho fatto io) sul sito delle Nazioni Unite. Non posso però fare a meno di citarvi un’informazione che ho ricevuto ma non ho verificato: Un medicinale prodotto in America dalla Merck, il cui nome è “Elspar” serve per i casi di intolleranza nei bambini che soffrono di leucemia linfoblastica e il cui corpo rigetta i farmaci tradizionali. Questo farmaco è stato bloccato determinando una vera condanna a morte per questi bambini.

Se non bastasse quanto ho detto, esiste un lungo rapporto (300 pagine) della American Association for World Health il cui titolo è “Denial of Food and Medicine – The impact of the US embargo on Health and nutrition in Cuba” Esso è stato pubblicato nel marzo 1997 quando l’embargo non era arrivato ancora a quanto stabilito da Trump e confermato da Biden ma ciò che viene citato è agghiacciante. Nella prefazione si legge: “L’Embargo americano ha drammaticamente messo in pericolo la salute e la nutrizione di un gran numero di comuni cittadini… <ciò dura da tempo, ma>  dal 1992 il numero di pazienti privi di cure mediche adeguate per la mancanza di medicine o apparecchiature adeguate è drammaticamente cresciuto… Una catastrofe umanitaria è stata evitata solo perché il governo cubano ha mantenuto un budget notevole per il sistema sanitario dei suoi cittadini….Si tratta di un embargo fra i più stringenti al mondo che proibisce anche prodotti alimentari e medicine… Un sistema tradizionalmente abbastanza sofisticato di sanità pubblica è stato sistematicamente privato di risorse essenziali.” “Le problematiche sono essenzialmente 4: malnutrizione: un bando strettissimo alle vendite di prodotti alimentari americani ha creato gravi problemi specialmente alle donne incinte. Acqua. L’embargo ha sostanzialmente bloccato l’accesso ad attrezzature per il trattamento dell’acqua. Medicine e apparecchiature: il numero di specialità mediche esistenti a Cuba si è ridotto della metà e la gran parte delle medicine moderne sono inesistenti. Informazioni mediche: molto ridotte per la scarsissima possibilità di partecipazione a congressi etc. Questo embargo viola le più basilari dichiarazioni e convenzioni che governano i diritti umani, incluso la Carta delle Nazioni Unite, La carta dell’organizzazione degli Stati Americani e perfino la convenzione di Ginevra che governa il trattamento dei civili durante un periodo bellico.

Come è vissuta Cuba dopo la fine del supporto sovietico?

Partiamo da una considerazione.  Molti dei miei amici cubani mi hanno detto in passato “io non sono e non sarò mai comunista; io sono Castrista”. E in effetti Castro era piuttosto uno strenuo fautore dell’indipendenza di Cuba (e dell’intero sud America) dal velato imperialismo americano che considerava l’America Latina come un mondo da “educare” con le buone o le cattive ai propri principi. Avendo vissuto le immense diseguaglianze sociali che imperavano durante la sua gioventù, fu giocoforza che adottasse idee socialisteggianti (la terra ai contadini e non ai latifondisti). La somma delle due cose lo portò fatalmente nell’orbita sovietica. Fin da allora però c’erano notevoli differenze come ad esempio la grande considerazione data alla sanità pubblica che ancora adeso è al primo posto dell’agenda politica.  Con il crollo dell’URSS si arrivò alla pima grande crisi economica cubana. Il popolo inscenò grandi dimostrazioni contro il governo che per altro, isolato dal mondo, poteva fare ben poco per risolvere i problemi in cui il Paese si trovava.  Una soluzione c’era: arrendersi ed accettare di vivere sotto l’ombrello americano. Ciò era inaccettabile ed arrivò l’alleanza insperata con il Venezuela di Chavez, l’altro Paese Sud Americano che si era ribellato con successo al “Grande Fratello” del Nord. Li accomunava l’avversione agli USA e l’illusione di poter realizzare le idee di Simon Bolivar. Al di là di questo, ed in maniera più pratica, Cuba poteva fornire al Venezuela le sue eccellenti capacità in campo medico  e farmaceutico, fra le più avanzate del Sud America, ed un supporto militare. Il Venezuela  aveva (ed ha) riserve petrolifere fra le maggiori del mondo quindi è un Paese potenzialmente molto ricco. Inoltre, da un punto di vista ideologico, Chávez vedeva in Castro l’antesignano di una resurrezione dell’America Latina , entrambi volevano ed avevano un contatto diretto, senza intermediari, con il popolo minuto alle cui esigenze giornaliere cercavano di rispondere.

Vi racconto un esempio di questa collaborazione che ho vissuto direttamente. Il Venezuela come dicevo ha grandi riserve petrolifere nella “Faglia dell’Orinoco”. Si tratta di un petrolio pesante, difficile da lavorare, ma è abbondantissimo… La Cina, in cerca perenne di idrocarburi, ma anche la Russia, La Spagna etc. cominciarono a studiare investimenti preliminari. Ovviamente la politica americana cercava di porre ogni possibile difficoltà e di rallentare le operazioni. Esse comunque procedevano, partirono le fasi preliminari, furono assegnati i primi contratti per la realizzazione ed io, attraverso l’azienda per cui lavoravo, ne fui coinvolto a fondo.

Nel frattempo a Cuba esistevano due vecchie e piccole raffinerie di petrolio, assolutamente fuori mercato da un punto di vista economico, ma essenziali perché erano l’unica fonte di energia per il Paese. La proprietà era una società mista cubano-venezuelana (Cuvenpetrol) e la materia prima, il petrolio, arrivava   su navi venezuelane dai giacimenti petroliferi di quel Paese.  Si decise di realizzare un grande ampliamento ed ammodernamento della raffineria. Fu bandita una gara internazionale a cui parteciparono società europee, giapponesi, coreane etc. e fu dichiarata vincitrice una società cinese che aveva come subcontrattista per la  parte tecnologica proprio la società di cui facevo parte. Il finanziamento era cinese, con una piccola parte europea, e le forniture erano previste provenire essenzialmente dalla Cina. Le difficoltà erano sostanzialmente di due tipi: il primo dovuto all’assoluta mancanza di preparazione del management locale nell’affrontare un contratto di svariati miliardi di Euro. I più alti specialisti della nazione erano coinvolti da un punto di vista tecnico (con una buona preparazione) ma da un punto di vista giuridico, economico e finanziario erano a zero: del resto nella loro storia non era mai capitato che fossero chiamati a discutere problematiche di questo tipo. Il secondo, parallelo, era politico. Ogni giorno compariva una nuova difficoltà perché ovviamente un investimento di quelle dimensioni sarebbe stato capace di cambiare la vita ai Cubani. La parte italiana andava sempre più riducendo la propria partecipazione ma l’entusiasmo e le espressioni di amicizia e di gratitudine che notavamo ogni giorno ci spingevano a insistere. Le trattative durarono qualche anno e finalmente  il 27 dicembre il contratto fu firmato a Pechino. Avevo lavorato tre anni ma ero riuscito nel mio intento. Purtroppo le cose non andarono per come le sognammo quella sera. Le condizioni di salute di Chavez si aggravarono e la stabilità del Venezuela ne risultò compromessa. Del resto essa si basava sulla persona di Chavez come succede spesso in sud America (Peron docet). Molti fornitori occidentali cominciarono a ritirarsi, preoccupati dalle possibili conseguenze da parte degli americani. Il Venezuela, in piena crisi, dovette abbandonare l’investimento, come tutti gli altri che aveva lanciato in Patria, il contratto non partì mai realmente e siamo arrivati a oggi. Gli Usa hanno vinto su tutta la linea e ci sono due Paesi, Venezuela e Cuba, allo stremo, come in passato è successo più o meno in tutti gli altri Paesi sud americani, a partire dal Cile, sopraffatto da un colpo di stato etc.

Conclusione

Esiste un detto famoso attribuito a Maria Antonietta di Francia che, a un dignitario che le diceva “Mia regina il popolo ha fame”  rispose “date loro delle brioches”

Ecco, le dichiarazioni ufficiali che si sono susseguite, mi hanno fatto pensare a questo.

L’alto commissario ONU per i diritti umani ha chiesto a Cuba di rilasciare tutte le persone detenute perché manifestavano pacificamente.

Il Comitato di protezione dei giornalisti ha chiesto alle autorità di rilasciare immediatamente e senza condizioni tutti i  giornalisti arrestati durante le manifestazioni.

Amnesty International ha lanciato una petizione internazionale in cui chiede il rilascio immediato di tutte le persone arrestate mentre reclamavano i propri diritti.

Tutto giusto per carità. Ma qualcuno di questi illustri personaggi si è chiesto perché quei poveri disperati protestavano?  Ha pensato che se essi avessero avuto a disposizione cibi, medicine, disinfettanti etc. probabilmente non avrebbero protestato? Si è chiesto come mai non riescono ad averle? Ha pensato che se il governo americano non avesse sfrontatamente ignorato la richiesta di tutti i Paesi del mondo perché l’embargo fosse cancellato, forse Cuba avrebbe potuto dopo 60 anni cominciare di nuovo una vita normale, povera ma normale? No, purtroppo noi, tutti noi occidentali che crediamo di conoscere la fame, la mancanza di vaccini etc. non abbiamo idea di che cosa veramente significhi non avere niente di tutto ciò. No, credetemi, c’è qualcosa che non va nel nostro mondo che, a pancia piena e con l’ultimo modello di cellulare in mano, chiede per gli altri Paesi, non la soddisfazione dei bisogni primari di ogni essere umano ma altri diritti che possono arrivare solo in un secondo tempo.

Anche giornali solitamente illuminati come il Corriere della Sera si allineano a un’analisi semplicistica. “Migliaia di persone sono scese in strada in tutto il Paese… La molla che spinge i cubani a protestare è la durissima crisi economica. Sull’isola manca il cibo nei piatti, i black out elettrici durano ore e la gente è spinta a emigrare negli Stati Uniti con qualsiasi mezzo… Una serie di fattori hanno creato questa situazione molto complessa, comprese le sanzioni economiche degli Staiti Uniti.  Cuba ha perdo 5,5 miliardi di dollari nel 2020 a causa dell’embargo e delle ulteriori sanzioni decise dall’ex presidente Trump e non revocate da Biden. Ma c’è anche una chiara responsabilità del governo cubano che non ha saputo fare le riforme affinché Cuba abbia un’economia più forte e più sana”. E via di seguito ad elencare gli errori del governo. Ora io vi ho appena detto che l’isolamento ha reso la classe politica impreparata ad affrontare i gravi problemi economici, del resto nessuno di loro si è laureato ad Harvard, ma vorrei fare all’illustre giornalista una semplice domanda: se voi andaste nel supermercato dove comprate il cibo da anni e vi sentiste dire: ci dispiace sinceramente ma il governo USA ci vieta di vendervi ciò di cui avete bisogno. Se a questo punto andaste in un altro negozio e vi sentiste dire: si, posso vendervi qualcosa ma devo affrontare parecchi rischi, quindi il mio prezzo sarà doppio, e dovrò essere pagato in anticipo in Dollari, e voi non avete dollari perché il governo americano vieta l’uso della sua valuta per transizioni con Cuba? E se vi rivolgeste ad un tribunale e questo vi desse ragione ma aggiungesse “Ci scusi, però della nostra sentenza  può farci un quadro in salotto perché non abbiamo il potere di imporre la nostra sentenza agli Stati Uniti. Quale azione, quale riforma potreste fare se non andare a Washington in ginocchio, arrendervi e chiedere perdono?

Chiudo con le dichiarazioni contrastanti delle due parti

Washington Post del 13 luglio 2021

I Cubani stanno scendendo in piazza per protestare contro i loro governanti comunisti. Il Presidente Biden ha dichiarato “Siamo con il popolo cubano e il suo strenuo appello alla libertà e al sollievo dalla tragica morsa della pandemia e dai decenni di repressione e sofferenza economica a cui è stato sottoposto dal regime autoritario di Cuba… Il popolo cubano sta affermando coraggiosamente i diritti fondamentali e universali…. Gli Stati Uniti chiedono al regime cubano di ascoltare la loro gente e servire i loro bisogni in questo momento vitale piuttosto che arricchirsi. Secondo il W.P. non è chiaro cosa possano fare gli USA oltre a offrire parole di sostegno per alimentare un movimento democratico ma riferisce che secondo uno dei Guru dei diritti umani americani “Dovremmo essere chiarissimi nel sostenere il popolo di Cuba, radunare i nostri alleati democratici in solidarietà, imporre sanzioni a coloro che reprimono i manifestanti <e questo è stato fatto nei giorni scorsi> e magnificare messaggi sulla cattiva gestione dell’economia cubana da parte del governo e del Partito Comunista”. Neanche una parola sulle responsabilità dell’embargo, primo responsabile della situazione, per il quale sono stati condannati dall’ONU

Washington Post del 13  luglio 2021

In un articolo di segno abbastanza diverso il il corrispondente dall’Avana intervista un comune cittadino che tre volte la settimana esce di casa alle 3.45 per fare la fila davanti al supermercato e, quando è fortunato, torna a casa dopo otto ore con un po’ di carne macinata. Un altro si lamenta del fatto che negli ultimi quattro anni la situazione era molto migliore e si potevano trovare cibo e sigarette. Anche il Covid è stato affrontato con successo all’inizio, con uno dei più bassi tassi di mortalità della regione, ma oggi le nuove varianti stanno determinando un tracollo. Il governo ricovera in ospedale tutti i positivi ed ha sviluppato i propri vaccini, ma il denaro investito lo ha lasciato a corto di fondi (Euro) per importare altri medicinali essenziali.. Secondo il giornale “Blinken ha criticato il regime cubano per non riuscire a soddisfare i bisogni più elementari della  gente, compresi cibo e medicine”. Segue una dichiarazione del giornalista abbastanza difforme dall’editoriale precedente: Eppure per decenni le politiche statunitensi sono state esplicitamente progettate per creare tali carenze. Quando pensò per la prima volta alle sanzioni il presidente Eisenhower ipotizzo che “Se il popolo cubano ha fame butterà fuori Castro”  C’è voluta la campagna di “massima pressione” di Trump e la drastica riduzione dell’afflusso di valuta estera per farli cedere e “affamare il Paese” come dichiarò Mike Pompeo. Il giornale chiude con un’informazione che non mi era nota, ma è certamente credibile, che circa 20 milioni di Dollari di fondi federali statunitensi , spesi per la “promozione della democrazia” influenzano i Cubani attraverso internet. I siti web di notizie anti Castro finanziati dalle tasse statunitensi fanno una pesante “pubblicità” su Facebook e YouTube che sono raggiungibili attraverso il VPN. Con esse si può ricevere Cubanet, ADB Cuba, e Diario de Cuba, tutte finanziate dal Dipartimento di Stato USA. Gli articoli di questi media, ovviamente negativi, aggiungono al senso di sventura una grande disperazione che ha fatto da sfondo alle proteste. < Certo, non è democratico bloccare internet, ma come si può controbilanciare una tale aggressione, anche se priva di proiettili “fisici” ma con altre armi forse più potenti?> Il giornalista, presente alle manifestazioni, racconta che si è verificata a Cuba una chiarissima frattura generazionale. Mentre i più anziani continuano a sostenere IL Governo, la generazione più giovane è disinteressata dalle cause esterne della situazione, e protesta perché, qualunque siano le cause, è il governo che ha l’obbligo di risolvere la situazione.

Dichiarazioni del Presidente cubano Miguel Diaz- Canel

In una dichiarazione riportata per riassunto (senza virgolettati) da molte agenzie (fra cui l’ANSA) il presidente cubano ha chiesto ai suoi concittadini di difendere la storia di Cuba ed ha accusato gli Stati Uniti di voler provocare disordini sociali nell’isola. Ha poi detto che si rendeva conto delle difficoltà che sta affrontando il suo popolo ed ha promesso che avrebbe fatto di tutto per alleviarne le sofferenze.

Questo è tutto. Vi ho raccontato la situazione nella maniera più chiara, obiettiva e approfondita possibile. Lascio a voi giudicare se un solo popolo, qualunque siano i motivi che lo spingono, possa arrogarsi il diritto contro il parere di tutto il mondo (184 Paesi contro 2), di strozzare un piccolo popolo con un assedio strettissimo che dura ormai da due generazioni.

Ultimi commenti

23.11 | 15:42

Grazie, leggo sempre con piacere i tuoi articoli.

19.09 | 17:02

O.K. !!!

31.05 | 14:33

Grazie a te. So bene che i miei articoli sono abbastanza "pesanti" e quindi talvolta noiosi

31.05 | 13:16

Notevole questo articolo del 30 maggio. Attendo con impazienza il seguito tra un mesetto! Grazie Nino per il tempo che dedichi a provare a colmare la nostra immensa ignoranza. A presto.

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